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On line to: 14.12.1999


Italiani oggi.



Tratto da Gioia , scritto da Anna Capelli .

Si fa presto a dare i numeri.
Le cifre dell'ultimo rapporto Istat dicono che facciamo pochi bambini, siamo più single, divorziamo più spesso. noi abbiamo riletto i dati, a modo nostro. Indagine (semiseria ma verosimile ) sulla famiglia che cambia, vista con gli occhi delle donne.


Palme


Siamo il Paese dei record. Secondo il rapporto Istat del 2002, l'ltalia ha il tasso di natalità più mondo. In compenso, detiene il primato mondiale dei vecchietti, dato che un italiano su cinque ha più di 65 anni e la speranza di vita sfiora i 77 anni per gli uomini e gli 83 per le donne. Ma come? Non eravamo il Paese delle mamme? Un Paese "anema e core", nel quale i bambini scorrazzano vocianti nei ristoranti e sulle spiagge, seguiti dallo sguardo indulgente dei genitori? Dov'è finito il mitico grido «Mettiti la maglietta, che prendi freddo" o l'altro, più suadente «Mangia, amore, l'ho fatto apposta per te"? La verità è che siamo diventati il Paese delle nonne e, quel che è peggio, con pochissimi nipotini. Com'è potuto accadere?

Quel che le statistiche non dicono
Provate ad avere un bambino in Francia. Innanzitutto, fin dai primi mesi di gravidanza percepite degli assegni familiari, per aiutarvi a comprare la "layette", cioè il corredino. Se la gravidanza è difficile, avete diritto a un aiuto gratuito in casa: una persona che verrà a far le pulizie o a farvi la spesa. Avrete anche un' ostetrica o un'infermiera, che verranno a domicilio per prestarvi le cure necessarie. AI momento del parto, vi verrà gratuitamente praticata l'anestesia epidurale, che renderà indolore il travaglio.


In qualsiasi ospedale pubblico avrete una stanza singola con bagno, nella quale il neonato sarà ospitato insieme a voi, 24 ore su 24. Successivamente, riceverete a casa gli inviti per recarvi regolarmente in ospedale a praticare le visite pediatriche, le radiografie delle anche, le vaccinazioni, la prima visita oculistica e così via: sempre senza sborsare un euro. Quando dovrete ricominciare a lavorare, potrete scegliere se farlo a part-time, a tre quarti di tempo o a tempo pieno e potrete decidere se il vostro bambino andrà al nido comunale, nel quale owiamente troverete posto, o sarà affidato a una "nounou", cioè una signora del vostro quartiere che tiene i piccoli durante il giorno e viene pagata dallo Stato, con un vostro modesto contributo.
C'è da stupirsi se le francesi sfornano figli come panini?
Provate a fare un bambino in Italia. poiche è scritto che partoriremo con dolore, chi vuole l'anestesia se la paga a parte. In ospedale la stanza singola potete scordarvela e se andate in clinica privata quasi sicuramente vi convinceranno cheè meglio fare un cesareo, utilissimo a , rimpinguare le casse dell'azienda.
Quando tornerete a lavorare, guardate male dal capufficio perche in riduzione oraria per I'allattamento,dovrete fare i salti mortali. AI nidonon c'è posto, di nounou nemmeno ! l'ombra e le babysitter costano un capitale. Dovrete affidarvi al buon cuore delle nonne. Se per caso siete orfane, sono fatti vostri. In queste condizioni, i figli sono davvero un lusso. Passi per il primo, ma come si fa a farne due o tre?


L'aria viziata del Mediterraneo
Certo, conta anche il nostro modo di essere madri.
Le straniere sono più disinvolte. Li fanno in serie, se ne occupano meno, non si pongono interrogativi esistenziali.
Noidobbiamo allattarli fino a quando si laureano, garantire a ciascun figlio una cameretta di 25 metri quadri, un guardaroba impeccabile, il telefonino a partire dai sei anni, le vacanze studio nei college inglesi e una pazienza infinita per sopportare i capricci. All'estero,anche nelle famiglie abbienti, i bambini dormono in due o tre per stanza, si vestono come capita, collaborano in casa, mangiano quel che c'è, sono autonomi, vanno a scuola da soli e a letto alle sette e mezza. Da noi, sarà l'aria dolce del Mediterraneo, sarà che ne abbiamo uno o al massimo due, ma i bambini sono viziati come scimmiette. Fin da piccolissimi si rotolano per terra per scegliere come vestirsi «No, i pantaloni no, voglio la gonna!» «Ma non vedi che nevica?» e a otto anni non sanno ancora allacciarsi le scarpe da soli.
Non mangiano quasi nulla di ciò che prepariamo, ma seguono una dieta a base di pasta al pomodoro, patatine fritte, focacce e ovetti di cioccolato: per cui,oltre che viziati, sono anche i più cicciottelli d'Europa. Il che non li aiuta ad essere dinamici e sportivi. Perennemente stanchi, si fanno servire ignominiosamente dalla mamma fino ai diciotto anni: «Mamma, già che sei in piedi, mi porti un bicchier d'acqua?».

Sono nati con il sedere awitato allasedia.
Magari questo servisse loro a studiare, col capi no diligentemente chino sui libri, com'è successo a tutti noi. No. Negli ultimi anni la scuola italiana ha subito una metamorfosi inquietante: dev'essere diventata difficilissima, se nessun bambino normale può fare i compiti da solo. Per cui le mamme trafelate, appena rientrano a casa dal lavoro non hanno nemmeno il tempo di togliersi la giacca che devono mettersi a studiare matematica, inglese, storia, geografia. sicche si intrecciano telefonate di ma tu sei riuscita a fare il problema?» "Per niente. Non capivo nulla di matematica vent'anni fa, figurati oggi. Che facciamo?» E intanto i figli giocano alla playstation.



Per non parlare, poi, della passione delle maestre italiane per i disegni da colorare.
Quale bambino italiano sa colorare stando nei contorni? Così le mamme trascorrono i cinque anni di elementari colorando faccine, paesaggi, triangoli: e prendono anche dei bei voti. Poi le mamme si iscrivono alle medie e imparano a fare le famigerate tavole di tecnica. Ore e ore di lavoro serale maneggiando riga e squadra e studiando sul libro come diavolo si costruisce un'assonometria. Ma non è finita qui. Devono fare almeno due volte l'anno i colloqui con tutti i professori (..Ma come, mamma, non sei ancora andata dall'insegnante di ginnastica? Cosa aspetti? Che mi rovini la media con un sufficiente?») Poi ci sono gli esami di terza media, una dura prova per tutta la famiglia. Il bambino italiano sotto esami ha bisogno di sostegno . psicologico per sedare l'ansia, di un po' di riposo davanti alla televisione perche l'anno è stato così faticoso e, soprattutto, di aiuto per le ricerche. Le ricerche! Vogliamo parlarne? Chi ha applicato il concetto di ricerca a bambini che non sanno trovare nemmeno i calzini nel cassetto non conosce la psiche infantile. Diciamo una volta per tutte la verità. A meno che tuo figlio non sia un piccolo Einstein, non sa nemmeno da che parte si comincia a fare una ricerca. E giustamente: non ha mai dovuto cercare nulla, perche gli hai sempre trovato tutto tu. Perche dovrebbe cominciare proprio ora? Il bambino sotto esami scopre però di avere una fantasia fervida per cui, per esempio, decide che porterà all'orale una ricerca sulla fame in Honduras. Tu dovrai telefonare alla cognata di tuo cugino, suora missionaria in Honduras: lei sarà felicissima di chiacchierare un'oretta con te, ti spiegherà tutto sulla penosa condizione del paese e dei suoi abitanti, poi vorrà avere notizie della famiglia in tutti i gradi di parentela. Sarà una magnifica ricerca. Il bambino farà una bella figura all'esame e tu, ricevendo la bolletta telefonica, capirai che la fame può sopraggiungere inaspettata anche in una sana famiglia italiana.

Infine, c'è un ultimo problema.
Perche mai i bambini inglesi o svizzeri vanno a letto presto e si addormentano tranquilli, mentre i nostri preferirebbero prendere una purga piuttosto che scivolare tra le lenzuola? Come mai i bambini italiani sono afflitti da insonnia perenne? Quando sono piccoli bisogna passare un'ora accanto al lettino, nella speranza che crollino. Vogliono il lattuccio nel biberon, vogliono un'altra favola, vogliono il carillon. Vogliono. Verso mezzanotte si svegliano quasi tutti e prepotentemente si infilano nel lettone. Tuo marito scivola rassegnato nell'altra stanza o si addormenta sul divano. Tu ti svegli tre o quattro volte, perche il piccolo scalcia e si gira nel lettone come una trottola. Quando sono più grandi non c'è verso di fartli andare a letto. Devono guardare la televisione, devono giocare al computer, devono finire i compiti, devono preparare la cartella. Devono. Dopo una serie di urta «', «Non credere di entrare alla seconda ora», «Poi ti chiedi perche vai male in matematica)') riesci a convincere tuo figlio. Si addormenta. Crolli anche tu, perche ormai è tardissimo. Bip, bip. Messaggino sul suo cellulare. «Sei sveglio? Mi passi le frasi di analisi del periodo? Tvtttb. Carolina». Così lui si rialza, sta mezz'ora al telefono e tu litighi con tuo marito perche in questa casa nessuno riesce più ad avere un briciolo d'autorità.


E poi ci stupiamo se il rapporto Istat dice che separazioni e divorzi sono in aumento?
Francamente, visto che il tempo da dedicare alla vita di coppia è ridotto a zero, c'è da stupirsi, piuttosto, che buona parte dei matrimoni regga, nonostante tutto. Dice I'awocato matrimonialista Francesca Agnisetta: «Negli ultimi anni sono aumentati i casi di separazione quando il bambino è molto piccolo e soprattutto quando la moglie è incinta del secondo, spesso programmato per cercare di consolidare un'unione già in crisi. Il risultato è l'opposto e i padri si danno alla fuga',. Sarà che i nostri uomini sono immaturi, sarà che crescono egoisti e con poca voglia di assumersi responsabilità. Ma è anche vero che la prospettiva di allevare un altro piccolo tiranno, ponendosi a suo totale servizio e senza dormire una notte intera per tre o quattro anni, può trasformare in Erode anche il più amorevole dei papà.

I conti in tasca
Se facciamo meno figli di tutti gli altri abitanti del mondo, è anche per ragioni più serie: il 12% delle famiglie italiane vive sotto la soglia della povertà, il che significa che quasi 8 milioni di persone combattono per arrivare a fine mese. Abbiamo il tasso di disoccupazione più alto d'Europa (9,6%) e, specialmente al sud, trovare un lavoro è drammaticamente difficile.
L'arrivo dell'euro non ha migliorato le cose: i prezzi di tutti i beni di consumo hanno subito un'impennata spaventosa, mentre gli stipendi sono rimasti stabi- li. Le nostre città non sono costruite amisura di bambino: camminare sui marciapiedi con un passeggino è una corsa a ostacoli tra le macchine parcheggiate e i gradini da salire e scendere per attraversare la strada; non c'è abbastanza verde e gli spazi riservati ai più piccoli (ludoteche, biblioteche, musei, ecc.) sono pochissimi. Le agevolazioni e i servizi sociali per le mamme sono praticamente inesistenti.
In queste condizioni, molte coppie scelgono di trasferirsi nell'hinterland, dove i costi delle case sono più abbordabili e la qualità della vita è migliore (1.270.000 cambi di residenza nel 2000). Allo stesso tempo, è ripresa l'emigrazione interna, soprattutto dal sud al Triveneto, per cercare lavoro, con un aumento del 45% negli ultimi cinque anni. Di conseguenza, se è vero che le nonne ci sono, spesso abitano lontano e non possono più dare quel supporto concreto che tanto ha aiutato le generazioni precedenti. Perciò I figli si fanno sempre più tardi, mediamente dopo i 27 anni, o non si fanno affatto: solo il 44,5% delle famiglie italiane è composto da coppie con bambini.
Se pensiamo poi che una coppia su quattro si separa e una su nove divorzia, capiamo perche 1'8,4% delle famiglie è formato da un solo genitore. In aumento anche i single (23,9%), tra i quali una fetta cospicua è composta da donne anziane e sole. E poiche il rapporto tra giovani e anziani si è rovesciato (un anziano ogni due bambini nel 1950, due anziani per ogni bambino oggi), le generazioni più giovani devono farsi carico di quelle precedenti assai più di un tempo. Ciò significa che la quota di popolazione attiva è in continua discesa e che deve salire l'età pensionabile per poter far fronte ai costi sociali di un paese in costante invecchiamento. Fare più figli sarebbe dunque vantaggioso per ciascun italiano e assicurare il ricambio generazionale sarebbe vitale per il paese.
Ragazze, il futuro è nelle vostre mani. Vi suggerisco un esercizio. Ogni volta che il vostro bambino chiede aiuto (per i compiti, per lavarsi, per la merenda, per soffiarsi il naso) ditegli: «Cavatela da solo, che ce la fai benissimo». Vi sentirete un po' più cattive, ma è l'unico modo perche l'idea di fare un secondo o un terzo figlio non vi faccia venire un mancamento prima ancora di metterlo in cantiere. .



Ultimo aggiornamento: 09-03-2010 Per contatti mail:   webmaster@dionisia.com Ultimo aggiornamento: 09-03-2010




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